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Tiritere e filastrocche
ricerca di Giovanna
Carnemolla e Sebastiano Ramondetta
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Se
il termine “tiritera” nel linguaggio comune ha l’accezione negativa di noiosa
ripetizione di parole senza senso logico, nelle civiltà primitive le
filastrocche hanno la funzione pedagogica di trasmettere conoscenze,
insegnamenti, moniti che vengono facilmente assimilati grazie alla ritmicità
e immediatezza del contenuto reso vivo dall’uso di onomatopee, proprie del
linguaggio infantile. Ricercando
le tiritere nel nostro territorio, abbiamo scoperto aspetti del passato
impensabili ed affascinanti, a volte delicati e teneri, a volte umoristici e
sarcastici, ma talora anche maliziosi e un po’ spinti. Molte filastrocche sono dedicate all’infanzia e fra
queste le ninne nanne. Altre sono rivolte a Gesù, alla Madonna e ai Santi ed
hanno il significato di preghiera, di richiesta di protezione e di aiuto.
Alcune evidenziano l’ingordigia di monaci o preti che, nascondendosi dietro i
Santi, chiedevano ai fedeli più di quanto potessero o volessero dare in
offerta al “patrono”. Ci sono filastrocche che mettono in evidenza pregi e
difetti degli uomini o parlano dei mestieri da loro praticati. Ma ci sono
anche veri e propri canti d’amore, poesie semplici, ingenue e dolcissime che
l’uomo innamorato dedica alla sua donna. Le filastrocche sono raggruppate per temi: q
Le filastrocche più conosciute q
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